Charles Fort, un eroe per caso

  • di Stefano Santarsiere
  • 7 Apr, 2016
  • Blog

Più vicino a un nerd che a Indiana Jones. Amante delle tecnologie e della solitudine. Incuriosito dai misteri del mondo, ma con un fondo di scetticismo che lo pone a distanza dai racconti che giungono al suo sito internet. Questo è Charles Fort, il personaggio principale del romanzo La mappa della città morta.

Un evento recente ne ha incrinato la fiducia in se stesso – e forse oscurato la sua buona stella – e il suo progetto online “La voce dei dannati” galleggia nelle secche dell’indifferenza. Ma eccolo ricevere un inaspettato invito all’avventura, in una notte di tarda primavera del 2003. Un vecchio professore gli offre una via di fuga dal torpore e forse un’occasione di rilancio, chiedendogli di ritrovare il figlio archeologo scomparso nella giungla.

La voce suadente di Aurelio Laurenzi lo incita a osservare due oggetti straordinari, un antico manoscritto e un planetario in grado di “sintonizzarsi con l’universo”. Per un attimo Charles ritrova lo sguardo entusiasta di una volta, ma non è abbastanza per convincerlo. A dare la spinta decisiva sono le parole del vecchio: «Ha smesso di viaggiare», gli dice. «E sa perché? Perché non si fida di nessuno. E chi non ha fiducia non riesce ad abbandonarsi al mondo, per poi raccontarlo». Concetti che lo pongono di fronte al suo declino.

«Ma so bene che questo le manca. Le manca il senso di avventura che provava quando andava in Cina, per documentare “il lungo castello di diecimila Li”, o a Glastonbury alla ricerca dell’isola di Avalon. Le poche cose che ha scritto di suo pugno sono i pezzi migliori del sito. C’è autenticità in quelle pagine, e una vaga, ma palpabile nostalgia». Già, la nostalgia dell’avventura, della scoperta. E Charles si lascia incantare. Forse vuole illudersi che può ancora ritrovare la sua vecchia passione, la capacità di stupirsi dinanzi al mondo.

La ricerca dell’archeologo scomparso gli pone un dilemma che trascende i suoi disagi interiori. Scoprendo le crudeltà subite dalle popolazioni indigene del Brasile si interroga sulla vacuità dei propri interessi: “Gli venne in mente il template del suo sito internet. Avvistamenti, fantasmi, oggetti impossibili, reincarnazioni… e avvertì un profondo imbarazzo”.

Eccolo, il cambiamento. Non più i propri obiettivi personali, ma una missione. Viaggiando nel cuore della foresta sente di riportare alla vita un intero mondo, un’umanità troppo spesso calpestata, offesa, dimenticata. E avverte la possibilità di una scoperta straordinaria: non solo un uomo disperso da ritrovare nella giungla, ma le tracce di una civiltà animata da “una forma così immensa di altruismo da attraversare i millenni”.

Ma tra Charles Fort e la cordigliera che racchiude il segreto si profila la minaccia di una società mineraria guidata da un personaggio spettrale, un rigurgito della follia nazista. E proprio come il suo fondatore, la compagnia è un mostro antropofago che inghiottisce uomini, tribù, risorse naturali, con l’unico obbiettivo della sopraffazione e dell’egemonia. Chi potrà salvare Charles Fort e i suoi alleati dinanzi a un tale orrore?

Ora il cammino è quasi alla fine, l’obiettivo a portata di mano, oltre un lago dalle acque limacciose e sulla scia del volo di una tuiuiù, l’enorme cicogna dal collo rosso che guida lo sguardo verso un misterioso varco. Non resta che correre in esso e svelare il mistero prima di tutti!

Stefano Santarsiere

Amo le storie e i protagonisti che difendono ciò che hanno di più prezioso. Sono stanziale più che posso, ma grazie alla scrittura mi sposto sulle latitudini dell’immaginazione. La mappa della città morta è il mio primo romanzo per Newton Compton Editori.

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Amo le storie e i protagonisti che difendono ciò che hanno di più prezioso. Sono stanziale più che posso, ma grazie alla scrittura mi sposto sulle latitudini dell’immaginazione. L’alba del dio falco è il mio nuovo romanzo, pubblicato da AltreVoci edizioni, nonché la terza avventura di Charles Fort in giro per il mondo.
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