Il monologo di Lucio Lobello che trovi alla pagina La versione del Diavolo, si ispira in alcune parti a un celebre testo del poeta inglese John Milton. Questo.

“È questa la regione, il suolo, il clima,”
disse il perduto Arcangelo, “la sede
che abbiamo avuto in cambio del cielo?
Questo buio penoso, contro quella
celeste luce? Dunque, questo sia,
se è quello che chi regna stabilisce
secondo sua giustizia: più lontani
siamo da lui, tanto meglio: da lui
che è uguale a noi secondo ragione,
ma che per forza supera gli uguali.
Addio, campi dell’eterna gioia!
E salve a voi, orrori, e a te, inferno:
accogli nella tua profondità
il nuovo proprietario, la cui mente
né i tempi né i luoghi cambieranno.
La mente sta in se stessa, e in se stessa
può fare dell’inferno un paradiso,
o viceversa. Dove, non importa,
se rimango me stesso: e cosa altro
se non essere tutto, inferiore
solo a chi il lampo rese più potente?
Qui noi saremo liberi, almeno,
in questo luogo che Dio non creò
certo per invidiarci, o per cacciarci.
Qui saldi regneremo, e cosa degna
a me sembra regnare anche all’inferno:
meglio re qui, che servi in paradiso.
Perché lasciare dunque i nostri amici,
uniti a noi, compagni di sconfitta,
storditi in quello stagno smemorato,
invece di chiamarli a condividere,
in questo luogo infelice, la sorte,
oppure in nuove armi ritentare
ciò che del cielo possiamo riavere,
o ancora di più perdere, all’inferno?”*

Miserabile!
Come sfuggire l’infinita ira,
e la disperazione infinita?
Ovunque io fugga è l’inferno.
Io sono l’inferno, e nel più fondo
degli abissi, un altro e più profondo
abisso si spalanca, e minaccia
di divorarmi, tale che l’inferno
che ora soffro, al suo confronto è il cielo.**

Disclaimer

I testi sopra riportati provengono rispettivamente dal libro I (*) e IV (**) del Paradiso Perduto di John Milton, nella traduzione italiana di Roberto Piumini (a cura di Fabio Cicero, Bompiani, 2009).

Il poema, pubblicato nella sua versione definitiva nel 1674 e considerato uno dei maggiori della letteratura inglese, affronta il tema della caduta dell’uomo dal suo originario stato di grazia, al quale potrà risalire solo per merito dell’intervento divino.
Con il personaggio di Satana, Milton ha creato una delle rappresentazioni più efficaci e affascinanti in letteratura dell’arcangelo caduto dal Paradiso e diventato il principe dei Demoni.