La domanda vi terrà compagnia per l’intera lettura del mio nuovo romanzo, Il mistero della reliquia dimenticata, pubblicato ancora una volta da Newton Compton. Un hard boiled in salsa lucana raccontato attraverso gli occhi di questo trentacinquenne spiantato, dedito al Glenlivet e allo shabu, una potente droga anfetaminica (entrambe le sostanze gli vengono spacciate da un pusher adolescente soprannominato ‘San Martino’).
La sua biografia ci parla di una ragazza madre, di un ragazzino attratto dalla matematica e dalla Storia, della propensione al gioco d’azzardo, di lavori precari, di qualche precedente e di uno strano peregrinare per piccoli paesi da nord a sud dello Stivale.
Be’, dice di essere il Diavolo. Satana in persona, che preferisce ciondolare sulla terra a godersela insieme agli uomini piuttosto che annoiarsi all’Inferno. Ritiene di aver vagato sul pianeta negli tre ultimi millenni, sempre più depresso per l’inutilità del suo ruolo di Tentatore e per l’esito scontato (poiché già deciso nelle Sacre Scritture) del biblico confronto con Dio.
Forse la convinzione è alimentata dalle anfetamine, o dalla sua passione per la Storia, di cui lui cita vari episodi come se li avesse vissuti di persona. O forse è davvero un povero Diavolo che ha perso motivazione, che si sente superfluo al cospetto di un’Umanità capace benissimo di perdersi da sé, e piuttosto che sedurla trova più comodo farsene complice.
Il problema è che al Diavolo non è concesso vivere in pace. Quattro arcangeli furiosi sono da tempo sulle sue tracce (o si tratta forse di malviventi a cui Lobello deve parecchi soldi?) e inoltre un oscuro avversario sta per fare la sua comparsa. Un serial killer, che giornali e televisioni hanno denominato come un famoso falegname…
La narrazione si svolge in Val d’Agri, il cuore petrolifero della Basilicata, dove per il momento il nostro Lobello si è rintanato. Gli allevatori della zona sono in ginocchio per un’epidemia di antrace che colpisce il bestiame e, nel frattempo, nella campagna compaiono degli improvvisati altari votivi.
Gli eventi prendono una piega inattesa quando una mano ignota tenta di rubare una preziosa reliquia da una chiesa e su un altare viene trovato il cadavere di un’anziana, come una sinistra offerta in sacrificio. Ovviamente Lobello finisce in cima alla lista dei sospettati, anche a causa dei suoi traffici con una giornalista locale. Sarà guarda caso un prete ad aiutarlo a cavarsi d’impiccio, perché la chiesa è disposta ad allearsi perfino con il Diavolo pur di proteggere i suoi segreti.
Che gli piace il suo cinismo costruito, coltivato, forse un po’ forzato dal dover sembrare a tutti i costi diabolico, e che tuttavia non ha conseguenze se non a rendersi più vulnerabile dinanzi a tutto quello che reca in sé l’autentico seme della malignità. In definitiva, saranno solo i lettori a decidere chi è davvero Lucio Lobello.
Amo le storie e i protagonisti che difendono ciò che hanno di più prezioso. Sono stanziale più che posso, ma grazie alla scrittura mi sposto sulle latitudini dell’immaginazione. La mappa della città morta è il mio primo romanzo per Newton Compton Editori.